Colui che sa non parla.
-Tao Te King
Molte cose vengono fatte e molte si vorrebbero fare… poi ci sono quelle che si farebbero ma non si fanno…in ormai molto tempo di vita l’unica certezza è la consapevolezza dell’immensità della conoscenza e della pochezza del sapere. In questa mostra ho cercato di mostrare questo: uno spirito di inquietudine che cerca di mettere ordine ricercando dettagli quasi impercettibili. “Non so cosa mi propongo”….e “avere uno scopo,non è lavorare”. E se sapessi molto forse tacerei. In questi ultimi anni ho vissuto con intensità ogni ora di ogni giorno,ho vissuto molto a contatto con la semplicità di una vita senza ossessioni ma con la consapevolezza del dramma quotidiano. Le tele che mi ponevo davanti mi turbavano e mi schiacciavano per le problematiche che avrei dovuto affrontare, consapevole che tutto era da ricostruire,da fare. Il Vuoto. La massima di LAO TZE (Lao Zi) “I raggi della ruota sono numerosi ma è il vuoto che c’è nel mezzo che fa andare avanti il carro”…. Molte volte questa frase mi è ritornata,in questi ultimi anni, nella mente e,molte volte, ho cercato di far molto dal nulla o dal poco ma è questa la grande difficoltà, vorrei lavorare da dilettante e non ci sono, se non in piccolissima parte, riuscito.
In ogni tempo le mie figure sono state pretesti per dipingere,scolpire,modellare,incidere,graffiare,non esser solo a parlare. Piccole variazioni grafiche e tematiche,quanto coloristiche mi hanno portato nella dimensione della musica dove una variazione di nota crea una nuova sinfonia “Il mio interesse va a tutto ciò che riguarda l’uomo e soprattutto lì dove ribollono passioni,amori,odio”. Niente cose strane o filosofiche ma solo vita quotidiana e con essa tantissimi sentimenti. Tutto un mondo di sentimenti. E la poesia di Joan Brossa. Passa un uomo. Un uomo starnuta. Il divano. La foresta. La colazione. Una sedia. Delle pentole.
La luna. Un uomo che muore. Notte:
Oltre lo spazio visibile brilla una innumerevole moltitudine di mondi
simili al nostro.
Tutti si muovono e girano.
Trentasette milioni di terre. Nove milioni cinquecento mila lune.
Penso con timore a distanze incalcolabili e
a milioni di globi morti
attorno a soli già estinti.
Medito sull’orgoglio.
Che succede aldilà degli astri?
Il suolo è bagnato.
Una signora abbraccia una bambina.
Oggi il pranzo era eccellente.
Al muro c’è appeso uno specchio...
Fabio Piscopo
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