Umberto Mastroianni
Fuori dagli Schemi
Nel valutare l'opera di Mastroianni non si può non considerare il periodo storico in cui si formò come artista (comune a molti prolifici artisti suoi contemporanei), e anche il fatto che, a differenza di molti suoi colleghi, il Maestro visse un'esperienza unica: la Resistenza.
Nelle sue opere la tensione plastica intrinseca che sembra sul punto di deflagrare da ogni bronzo, da ogni vetro o cartone lavorato e che non trova mai la catarsi dell'esplosione, diviene metafora di quella potenza distruttiva e creatrice che lo accompagnò durante gli anni della Resistenza e forse durante tutta la sua vita.
L'eredità che lascia questo grande artista a poco più di cento anni dalla sua nascita è incommensurabile; la sua esperienza è un modello per tutti coloro che vogliano scegliere la strada impervia della ricerca artistica orientata a studiare e approfondire il circostante per giungere a soluzioni personali e intime, ma soprattutto autentiche. Negli anni sessanta, insieme alla rivoluzione culturale, arrivò anche un modo diverso di fare arte, di pensare l'arte e in quella circostanza si crearono movimenti a favore o in opposizione ai dettami correnti. Eppure il grande genio di Mastroianni sembrò quasi rimanerne illeso, proprio perché forte di una sua identità strutturata e profondissima.
L'amore che dimostrerà per la materia come mezzo di espressione, ma anche come unico viatico di liberazione dei movimenti interni del suo essere, dimostra essere in realtà un odio mosso da amore.
Giochi di ombre e luci, pieni e vuoti si alternano nelle sue opere e ci mostrano l'uomo nudo, prima che l'artista. Questi moti centrifughi e centripeti, questo lasciar scorgere qualcosa di non dichiarato là dove la materia viene meno, offre al fruitore una dimensione di lotta, quella partigiana dapprima, e quella contro l'ordine costituito e il conformismo poi.
Ma ogni opera d'arte, si sa, nel momento in cui viene ultimata e presentata al pubblico, non è più dell'artista, ma diviene proprietà condivisa, perché istanza universale.
Succede allora, e questa è la grande forza di Mastroianni, che le sue opere, questi trionfi di materia e antimateria, agli occhi di un profano possano assumere significati diversi da quelli che abitualmente si possono attribuire ai suoi lavori.
Se è vero che, come nell'arte concettuale, quando all'opera si affianca un pensiero dell'artista che l'ha generata, la stessa assume connotazioni e fascinazioni maggiori e differenti, è anche vero che, per certi artisti, non sorge la necessità di spiegazioni altre per suscitare grande interesse e intima partecipazione: questo è il caso di Mastroianni.
Posto di fronte a una sua opera, anche il fruitore più ignaro non può non partecipare di quelle spinte potenti che divengono plenarie, poiché Passione, Amore e Bellezza in senso lato, alla base non hanno motivazioni specifiche, ma assumono una carattere universale in quanto sono connaturali a tutti gli esseri umani.
Di Umberto Mastroianni è stato scritto e detto molto, numerosi sono i critici che hanno evidenziato come la sua produzione artistica avesse assorbito l’esperienza del futurismo “boccioniano”, della frammentazione materica cubista, della plasticità tribale primitivista di Modigliani, della tendenza astraente fauvista e della decostruzione picassiana del realismo, solo per citarne alcuni.
Tutte queste tendenze portarono molti artisti ad allontanarsi dalla cultura retinica che aveva caratterizzato l'arte fino ai primi del '900 e che verrà poi ripresa dal 1978 dalla Transavanguardia. Mastroianni, invece, si pone al di fuori sia delle avanguardie che delle altre espressioni del suo tempo, elaborando un suo personalissimo percorso.
Non è possibile imbrigliare la sua opera all'interno di definizioni precostituite poiché non è pensabile racchiudere la sua produzione artistica in un qualsivoglia schematismo senza essere riduttivi.
Il suo percorso umano lo rende altro da tutto quello a cui è stato paragonato, poiché altre sono le spinte che hanno mosso l'uomo prima che l'artista.
Alessandra Lorenzetti
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